Non mancano i luoghi, nel Village e nell’East Village, nei quali i grandi artisti, artefici di musica di successo, hanno vissuto o suonato. Meno noti, tuttavia, sono i molti scenari che hanno fatto da sfondo a copertine di iconici album, a volte fonte di ispirazione per gli artisti, talvolta solo luoghi loro familiari. Oggi molti di loro si nascondono ai nostri occhi, in attesa di riproporsi ai passanti in grado di riconoscerli. A seguire presentiamo alcuni degli esempi più importanti, da The Freewheelin’ Bob Dylan all’omonimo album di debutto dei Ramones.
“The Freewheelin’ Bob Dylan”
Difficile pensare a qualche copertina di album che sia più strettamente associata al Greenwich Village di quella del 1963 di The Freewheelin’ Bob Dylan. Il capolavoro folk che contiene Blowin’ in the Wind, A Hard Rain’s A-Gonna Fall e Don’t Think Twice, It’s All Right trasformò Dylan in un’icona della fiorente controcultura. Ad aiutare il successo di Dylan è stata la sua immagine ripresa mentre camminava appassionatamente su una Jones Street ghiacciata con l’allora fidanzata Suze Rotolo a braccetto, apparentemente pronto ad affrontare il mondo.
Jones Street oggi
Jones Street è stata dichiarata nel 2010 luogo storico del South Village Historic District; la piccola strada, che si estende per un solo isolato, sembra ancora più o meno la stessa che figurava sulla copertina dell’album, ma con meno neve, meno autobus Volkswagen e più alberi lungo la strada (apparentemente non ce n’erano nel 1963).
“After the Gold Rush”
Anche Neil Young, un altro simbolo della controcultura degli anni ’60 e ’70, ha lasciato il segno nel Village con la copertina di After the Gold Rush degli anni ’70. Reduce dal successo di Déjà Vu di Crosby, Stills, Nash & Young, l’album e le sue tracce Only Love Can Break Your Heart e Southern Man diedero una definizione di Young e del suo suono distintivo proto-grunge. L’immagine in bianco e nero di lui sulla copertina, che incrocia silenziosamente il cammino con una donna anziana, davanti ad un muro di mattoni, una recinzione di ferro e grate metalliche, è stata sorprendentemente scattata con buona probabilità sul lato MacDougal Street della NYU Vanderbilt Hall Law School, una struttura dall’aspetto insolitamente innocuo costruita dall’università nel 1949.
Google Street View della facciata su strada della Vanderbilt Hall’s MacDougal
Similmente a Jones Street, questo edificio è stato incluso nell’estensione del South Village Historic District del 2013 e, per questo, rimarrà preservato.
“Physical Graffiti”
Pochi anni dopo, e pochi isolati ad est, i Led Zeppelin hanno scelto queste antiche case popolari gemelle, più comunemente note come dumbbell (i manubri) site ai numeri 96 e 98 di St. Mark’s Place, come sfondo per una delle più memorabili (e costose) copertine degli album nella storia del rock and roll, Physical Graffiti del 1975. Le strutture del 1890 appaiono sulla copertina dell’album con le finestre tagliate, lasciando intravedere la busta interna che presentava il nome dell’album sul davanti e le immagini di Elizabeth Taylor, Lee Harvey Oswald e dei membri della band travestiti sul retro.Google Street
View della 96 e 98 Strada Mark’s Place oggi
Gli edifici sopravvivono più o meno come 40 anni fa, ma potrebbero apparire diversi in modo sconcertante da come erano rappresentati nelle iconiche copertine. Questo perché, per adattare gli edifici sulla copertina quadrata dell’album, un piano è stato rimosso e la parte superiore dell’edificio è stata ritagliata per oscurare la cornice rimossa. E, naturalmente, i Led Zeppelin che appaiono nei dettagli architettonici della parte superiore dell’edificio sulla copertina dell’album non si trovano nella versione real
Tuttavia l’edificio che si trova nel pantheon dell’hard rock è conosciuto, forse ironicamente, per il negozio che si trova al piano terra di tè ed erbe, Physical Graffitea (che andò a sostituire un negozio storico di abiti usati che si chiamava, semplicemente, Physical Graffiti).
“Rocket to Russia”
Ovviamente nessun articolo sulle copertine degli album dell’East Village sarebbe completo senza includere la Bowery band per eccellenza, i pionieri del punk, i Ramones. Oltre a servire come trampolino di lancio per la carriera della band e come dimora per la maggior parte dei suoi membri, l’East Village è stato anche lo sfondo per due delle più amate cover degli album dei Ramones. La copertina di Rocket to Russia del 1978 è stata fotografata nell’anacronistico Extra Place, il vicolo dietro la 1st Street, dietro il CBGB.
Vista dal basso dell’Extra Place oggi
Il muro sul quale i membri della band si sono appoggiati per la copertina dell’album è ancora lì, ma l’altro lato del vicolo è stato trasformato e reso irriconoscibile un decennio fa, con la costruzione del complesso di appartamenti Avalon Bowery Place sul lato est.
Albert’s Garden con la 14 East 2nd Street alla sua sinistra
L’altro muro di mattoni che i Ramones hanno portato nella storia del rock and roll è la parete laterale esposta a est del 14 East di 2nd Street, tra la Bowery e la 2nd Avenue, proprio dietro l’angolo del CBGB. Era contro quel muro, in un giardino comunitario chiamato Albert’s Garden, che i membri della band si riunirono nel 1976 per il servizio fotografico del loro omonimo album di debutto, che cambiò il corso della storia della musica, scatenando il primo album punk al mondo.
Quell’immagine, della band in jeans stretti strappati, giacche di pelle e occhiali scuri appoggiati ad un muro di mattoni coperto di graffiti, era rivoluzionaria ed innovativa quanto quella di Dylan che passeggiava per Jones Street a pochi isolati di distanza pochi anni prima.
“London Calling”
Naturalmente, i Ramones non sono stati l’unico gruppo punk ispirato all’East Village, e la loro non è l’unica iconica copertina punk scattata lì. Forse altrettanto epocale è la copertina di London Calling dei Clash, che mostra Paul Simonon nell’atto di spaccare il suo basso su un palco durante un’esibizione. Mentre il titolo dell’album ci riporta alla città natale dei Clash, l’immagine è stata scattata poche settimane prima, durante le primissime esibizioni americane al Palladium (precedentemente l’Accademia di Musica) situato al 140 East 14th Street tra la terza e la quarta Avenue. Quell’immagine sgranata e sfocata, che sembrava incapsulare l’energia grezza del punk, era in realtà un omaggio alla copertina dell’omonimo album di debutto di Elvis. L’immagine è stata votata come miglior foto rock and roll di tutti i tempi da Q Magazine e sopravvive attraverso innumerevoli tentativi di imitazione negli anni successivi.
Il dormitorio Palladium della NYU
Purtroppo, il Palladium in sé non ha raggiunto un tale successo. Ospitato in un edificio progettato nel 1927 dal famoso architetto di teatri Thomas Lamb, è stato demolito nel 1997 per far posto al dormitorio da 1.000 letti della NYU, ugualmente denominato Palladium.
Questo post proviene dalla Greenwich Village Society for Historic Preservation. Fin dal 1980 la GVSHP è stata la principale sostenitrice della comunità dedita a preservare il patrimonio culturale e architettonico di Greenwich Village, East Village e Noho, lavorando per prevenire sviluppi inappropriati, ampliare la protezione dei punti di riferimento e creare programmi per adulti e bambini che promuovano questi quartieri con le loro caratteristiche storiche distintive. Potete leggere altro riguardo ai luoghi storici sul loro blog Off the Grid.